Nora Juhasz mailto
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Re Mattia e il pastore che non mentiva mai

Traduzione di Ágnes Preszler




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Il re di un paese vicino andò in visita dal re Mattia. Si salutarono come vecchi amici. L'altro re disse a Mattia:
- Ho sentito che hai una pecora dalla pelliccia d'oro.
- È vero - disse Mattia - Tra le mie pecore ce n'è una dalla pelliccia d'oro, e il pastore non ha mai detto una bugia.
Disse l'altro re:
- Beh, vedrai che la bugia la dirà.
- Non è possibile - insistette Mattia, - lui proprio non mente mai.
- Invece te lo dimostrerò, perchè gli metterò una trappola, che lo farò mentire per forza.
- Ed io scometto metà del mio paese, che non mentirà.
- Ci sto anch'io - disse il re straniero.

Ebbene, si misero d'accordo. L'altro re se ne andò nella sua reggia, dove si travestì e andò a trovare il pastore in questione. Lo salutò e il pastore gli rispose:
- Benvenuto, Maestà!
- Ma come fai a riconoscermi vestito così?
- Si riconosce dalla parola un re - rispose il pastore.
- Dammi la pecora dalla pelliccia d'oro; in cambio ti darò molti soldi e sei cavalli con carrozza.
- Non posso proprio - rispose il pastore - re Mattia mi impiccherebbe per questo.
Il re insisteva e prometteva ancora più soldi, ma niente da fare, il pastore non cedeva. Allora il re, triste triste, tornò a casa sua, dove lo aspettava sua figlia. La ragazza gli disse:
- Non ti preoccupare, padre, ci vado io da quel pastore con tante monete d'oro, che lo convincerò di sicuro!
Infatti, andò dal pastore con un piccolo baule pieno d'oro e con una bottiglia di vino, ma egli le disse che non gli servivano i soldi. D'altra parte re Mattia sicuramente lo avrebbe impiccato se avesse saputo della scomparsa della pecora. Ma la ragazza insistette e gli fece bere del vino che, però, prima doveva assaggiare lei stessa per provare che non c'era né veleno, né sonnifero.


Il vino fece un tale effetto che il pastore acconsentì a dare la pecora alla ragazza, solo lo avesse sposato subito. La ragazza si faceva pregare, ma alla fine cedette.
Allora disse al pastore:
- Scanna la pecora e mangia la carne: mi serve solo la sua pelliccia!
Così fu. La ragazza portò a casa la pelliccia tutta contenta. Il padre era molto soddisfatto.

Venne la mattina, il pastore era molto triste e non sapeva come dire al re che la pecora era persa. Mentre andava verso il castello, si fermò, ficcò il suo bastone in una buca nella terra e gli mise sopra il suo cappello. Fece finta che il bastone fosse il re. Lo salutò, come se fosse il re, e chiese :
- Che novità c'è nella fattoria?
- La novità è che il lupo ha mangiato la pecora dalla pelliccia d'oro.
- Bugia! Il lupo avrebbe mangiato anche le altre pecore!
Allora il pastore prese il bastone e continuò il suo cammino. Trovò un'altra buca, le infilò di nuovo il bastone con sopra il cappello. Lo salutò di nuovo come se fosse il re.
- Che novità c'è nella fattoria?
- È che la pecora dalla pelliccia d'oro è caduta nel pozzo.
- Bugia! Perchè sarebbe caduta proprio essa?


Di nuovo prese il bastone e il cappello e continuò la strada verso il castello. Trovata un'altra buca, le mise di nuovo il bastone con sopra il cappello. Lo salutò come se fosse il re.
- Che novità c'è nella fattoria?
- Hanno rubato la pecora dalla pelliccia d'oro.
- Bugia! Avrebbero portato via anche le altre!

Prese il bastone e andò al castello. Là, alla tavola di re Mattia, c'era anche l'altro re e sua figlia. Mattia già conosceva la storia, ed era curioso di sapere cosa avrebbe detto il pastore. Perchè, se avesse mentito, Mattia avrebbe perso metà delle sue terre.
- Che novità c'è nella fattoria? - chiese Mattia.
- Solamente che ho cambiato la pecora dalla pelliccia d'oro con una bella pecora nera. Come era contento Mattia!
- E portala qua, quella pecora!
- Sta là seduta proprio tra voi - rispose il pastore.
- Evviva - disse il re al pastore, - non hai mentito! Perciò ti darò le terre che ho vinto con la scomessa.
- Beh, io ti dò la mia figlia, tanto vi amate - disse l'altro re.
Così il pastore divenne re.



Illustrata da Réka Adamik © 2007




                


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