Il re di un paese vicino andò in visita dal re Mattia. Si salutarono come vecchi amici.
L'altro re disse a Mattia:
- Ho sentito che hai una pecora dalla pelliccia d'oro.
- È vero - disse Mattia - Tra le mie pecore ce n'è una dalla pelliccia d'oro, e il pastore non ha mai detto una bugia.
Disse l'altro re:
- Beh, vedrai che la bugia la dirà.
- Non è possibile - insistette Mattia, - lui proprio non mente mai.
- Invece te lo dimostrerò, perchè gli metterò una trappola, che lo farò mentire per forza.
- Ed io scometto metà del mio paese, che non mentirà.
- Ci sto anch'io - disse il re straniero.
Ebbene, si misero d'accordo. L'altro re se ne andò nella sua reggia, dove si travestì e andò a trovare il pastore in questione.
Lo salutò e il pastore gli rispose:
- Benvenuto, Maestà!
- Ma come fai a riconoscermi vestito così?
- Si riconosce dalla parola un re - rispose il pastore.
- Dammi la pecora dalla pelliccia d'oro; in cambio ti darò molti soldi e sei cavalli con carrozza.
- Non posso proprio - rispose il pastore - re Mattia mi impiccherebbe per questo.
Il re insisteva e prometteva ancora più soldi, ma niente da fare, il pastore non cedeva. Allora il re, triste triste, tornò a casa sua, dove lo aspettava sua figlia. La ragazza gli disse:
- Non ti preoccupare, padre, ci vado io da quel pastore con tante monete d'oro, che lo convincerò di sicuro! Infatti, andò dal pastore con un piccolo baule pieno d'oro e con una bottiglia di vino, ma egli le disse che non gli servivano i soldi. D'altra parte re Mattia sicuramente lo avrebbe impiccato se avesse saputo della scomparsa della pecora. Ma la ragazza insistette e gli fece bere del vino che, però, prima doveva assaggiare lei stessa per provare che non c'era né veleno, né sonnifero.
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